Istituzionali
26 Marzo 2015

Mentre l’Europa minaccia il deferimento dell’Italia alla Corte Europea Publiacqua termina ERSA e ha in attuazione un piano di oltre 228 milioni di euro sul fronte depurazione

ERSA salva Firenze dalla possibili sanzioni dell’Europa. Nei giorni in cui arriva la notizia del parere motivato inviato a Roma dalla Commissione europea che chiede all’Italia di dotarsi di sistemi adeguati a garantire il trattamento delle acque reflue in quei comuni che ne risultano ancora sprovvisti (817 secondo i calcoli di Bruxelles), Firenze e l’Area Metropolitana fiorentina celebrano la chiusura definitiva di uno dei più grandi cantieri inerente un’opera acquedottistica aperto negli ultimi anni a livello nazionale.

A distanza di un anno dalla sua inaugurazione funzionale, il 9 maggio 2014, infatti al grande cantiere di ERSA    stanno per tagliare il traguardo anche i lavori delle opere accessorie la cui realizzazione chiuderà una storia di efficienza e di buon governo.

La Commissione europea ha inviato oggi a Roma il parere su 817 Comuni italiani per la procedura d’infrazione sul mancato trattamento delle acque reflue. Da questo parere si apprende che è inserita nell’elenco anche l’area fiorentina. Ma in realtà l’area fiorentina è depurata al 100%.

La Commissione aggiorni suoi dati, visto che a giugno 2014 la Regione Toscana, in seguito all’entrata in funzione dell’emissario in riva sinistra dell’Arno ha attestato che la copertura delle acque depurate a Firenze è totale.

Un’opera conclusa in tempi record
ERSA, come detto, fin dal 9 maggio 2014  colletta i reflui di circa 120 mila abitanti all’Impianto di Depurazione di San Colombano, rendendo un servigio fondamentale per la tutela dell’ambiente e per i Comuni di Firenze e Bagno a Ripoli.  Un’opera terminata a tempo di record, visto che i lavori del primo tratto dell’Emissario, iniziati nel settembre 2010, si sono chiusi nel marzo 2014, mentre il 9 maggio 2014 sono stati completati gli interventi relativi ai circa 2 chilometri di tubazione la cui ultimazione era inizialmente prevista entro novembre 2014, e che oggi, a poche settimane dalla chiusura ufficiale del cantiere, può essere apprezzata in tutta la sua importanza anche in virtù di una penisola a rischio infrazione Europea  proprio sul fronte della depurazione.

ERSA rappresenta anche una storia di buon governo. La realizzazione di ERSA è stata infatti possibile grazie al Protocollo di Intesa siglato in data 1 luglio 2010 tra Regione Toscana, Autorità Idrica Toscana (ex Autorità di Ambito Ottimale n. 3 Medio Valdarno), Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Comune di Scandicci e Publiacqua Spa, che ha permesso di definire e superare le difficoltà autorizzative che spesso opere del genere incontrano. Un lavoro di squadra tra le diverse istituzioni interessate che hanno assunto, tra le loro priorità, la realizzazione di un’opera fondamentale per lo sviluppo della qualità ambientale di Firenze e, più in generale, di tutta l’area regionale posta a valle del capoluogo regionale. Anche in questo senso ERSA rappresenta un esempio di governo del territorio.

Obbiettivo depurazione al 100% su tutto il territorio Publiacqua
Publiacqua, però, non si ferma a ERSA. La tutela dell’ambiente, il collettamento delle acque reflue sono un obbiettivo fondamentale che deve interessare tutti i 46 Comuni del territorio dove l’azienda gestisce il servizio idrico integrato. Per questo Publiacqua e Autorità Idrica Toscana hanno messo in campo un Piano di investimenti 2014-2021 di oltre 517 milioni di euro di cui circa 228 milioni dedicati proprio ai fronti fognatura e depurazione. Uno sforzo immenso che, oltre al completamento di ERSA, prevede interventi strategici nel Chianti (depurazione di San Casciano Val di Pesa, Impruneta e Barberino Val d'Elsa), in Valdarno (collettori di Cavriglia, Castelfranco di Sopra, adeguamento impianto di Figline) in Val di Sieve (collettamento dei reflui dell'intero territorio al depuratore di Aschieto) ed a Pistoia (potenziamento del depuratore centrale e costruzione del nuovo depuratore di Bottegone).



Un Piano per evitare le pesanti sanzioni Europee
480 milioni di euro l’anno dal 2016 alla conclusione delle opere. Questo è il rischio delle sanzioni Europee all’Italia, sanzioni che possono ricadere sui Comuni interessati, con possibile sospensione dei finanziamenti europei quale pena accessoria. Questo la possibile condanna al paese. Una corsa contro il tempo per l’attuazione del Piano, quella avviata da Publiaqua che permetterà di evitare le pesanti multe comminate dall’Europa.