Istituzionali
29 Giugno 2017

Prato verso un acquedotto 4.0

Publiacqua presenta i primi risultati della distrettualizzazione. Pressioni regolarizzate su tutta la rete, meno acqua immessa in rete, meno perdite e servizio migliore per tutti. Uno strumento prezioso per progettare l’acquedotto del futuro.

Comune di Prato e Publiacqua hanno fatto il punto sul complesso di interventi in corso ed in programma sul sistema acquedottistico cittadino. Grande protagonista la distrettualizzazione, progetto concluso e che sta confermando in positivo tutti i risultati attesi dai tecnici dell’azienda. Assoluto protagonista, però, soprattutto lo sviluppo futuro della gestione di un acquedotto pratese al centro di progetti e investimenti che ne faranno un modello di gestione anche per gli altri sistemi acquedottistici dell’area gestita da Publiacqua.  Tutto questo secondo una visione di ampio respiro che ha basi solide nel programma di investimenti presentato nel 2014  e che prevede circa 62 milioni fino al 202l.
Ed i risultati degli interventi sopra descritti sono già evidenti dai numeri. Se per servire la città di Prato a settembre 2015 era necessaria una portata giornaliera di circa 1050 l/s, infatti, a giugno 2017 la portata giornaliera media necessaria è calata a circa 814 l/s. Insomma, più efficienza, meno perdite e pressioni adeguate garantiscono un servizio continuo a tutta la città a fronte di un minor impiego di risorsa.
Presenti all’incontro con la stampa Filippo Alessi, Assessore all’Ambiente del Comune di Prato,  Simone Barni Vice Presidente di Publiacqua, ed i tecnici dell’azienda che stanno lavorando sul territorio.

DISTRETTUALIZZAZIONE DELLA RETE IDRICA DI PRATO
E’ il nome complicato per il lavoro difficile e certosino concluso dall’azienda sulla rete idrica pratese. Oltre tre anni di studio e lavoro sul campo per dividere l’acquedotto pratese in singoli distretti che attualmente ammontano a 25. Impegno economico complessivo di circa 1,3 milioni di euro.
Con questo intervento è possibile servire ogni singolo distretto con una pressione ed una quantità adeguate di acqua, equilibrando quindi anche le pressioni su tutto il sistema cittadino e riducendo notevolmente lo stress delle tubazioni.
Effetto della distrettualizzazione, quindi,  una riduzione delle perdite ed un abbattimento ulteriore dei tempi di intervento su questo tipo di guasti che, avendo l’azienda il controllo su pressioni e quantità di acqua immessa in rete in ogni singolo distretto, sono immediatamente evidenti e rintracciabili, anche se occulte. Effetto della distrettualizzazione, però, anche la riduzione delle segnalazioni di bassa pressione al nostro Numero Verde Guasti 800 314 314 che se nel periodo gennaio-giugno 2016 ammontavano anche a 590 oggi sono ridotte a 310.
Un altro beneficio della distrettualizzazione è quello di consentire un’analisi puntuale dell’efficienza di ogni condotta e quindi a programmazione della sostituzione delle più vetuste.

Parallelamente al lavoro di distrettualizzazione è stata condotta una campagna di ricerca di perdite occulte  in cui l’azienda ha messo in campo squadre specializzate. Un lavoro a tappeto che nei primi mesi del 2016 ha consentito di individuare a riparare oltre 350 perdite occulte. Un lavoro che adesso prosegue in maniera ordinaria e che ci consente di garantire un servizio continuo ed efficiente immettendo in rete il 20% in meno di risorsa.


IN SEI ANNI PERDITE RIDOTTE DEL 50%
In un anno grazie all’effetto combinato di individuazione e riparazione perdite occulte ed alla gestione dei diversi distretti secondo pressioni ottimali, le dispersioni sulla rete acquedottistica pratese si è ridotta del 12%. Una cifra che abbinata ai dati di abbattimento delle perdite di rete visibili  degli anni precedenti di quasi il 50% ottenuto dal 2012 al 2017 (dati stimati sui primi sei mesi) fa dell’acquedotto pratese un modello dinamico di gestione.
Risultati che, è bene ricordarlo, sono stati raggiunti anche attraverso l’aumento del numero di rifacimento completo degli allacciamenti (il tratto di tubazione solitamente di piccolo diametro che dalla tubazione principale dell’acquedotto convoglia l’acqua verso il contatore dell’utenza) e che, a fronte di un ovvio allungamento dei tempi del singolo intervento, ha evitato nuove rotture sulla stessa conduttura.

UN ACQUEDOTTO CONTROLLATO IN REMOTO
Reti ed impianti monitorati H24. Publiacqua negli anni ha reso sempre più capillare la sua rete di telecontrollo. Una rete che consente ai tecnici dell’azienda di monitorare in tempo reale tutte le infrastrutture e gli strumenti in campo e quindi di avere immediatamente coscienza di problemi pressori o di alimentazione dell’acqua sul sistema acquedottistico pratese.
Vengono monitorati H24 gli impianti principali che servono la città direttamente (Falda 1 e Falda 2, booster di Fibbiana) ed indirettamente (Anconella e Mantignano) ed anche i principali snodi pressori che possono fungere da alert come ad esempio l’attraversamento sul Fiume Bisenzio a Ponte Datini e sul nodo valvole San Martino.
Come  detto, però, la rete di telecontrollo e monitoraggio negli anni è divenuta sempre più capillare ed oggi anche i Fontanelli ad Alta Qualità disseminati sul territorio, anch’essi completamente automatizzati e controllati in remoto, sono preziosi punti di controllo della pressione in rete.  

IL FUTURO E’ GIA’ ADESSO
MII - Un ulteriore passo verso il futuro viene dal sistema MII. Un sistema integrato di tutti i database aziendali che consente l’analisi in tempo reale delle criticità e degli interventi conseguenti da realizzare. Una piattaforma di analisi predittiva avanzata per la gestione del sistema acquedottistico.
LE PERDITE OGGI SI TROVANO CON IL SATELLITE – Prato è il sistema acquedottistico centrale e principale su cui Publiacqua sta sperimentando l’uso del satellite per la ricerca delle perdite. Una sperimentazione “operativa” che ha visto il sistema acquedottistico cittadino oggetto di una scansione satellitare che lavora su tutte le frequenze, da ultravioletto a infrarosso, e che, in funzione dell’assorbimento che viene rilevato da ogni singolo oggetto osservato consente di  identificare i componenti dello stesso. Questa scansione può arrivare ad una profondità massima di 6 metri su terreno vegetale e di 3 metri su terreno urbano e, per la ricerca delle perdite, ha concentrato la ricerca sulle molecole d’acqua con presenza di cloro, distinguendo così l’acqua dell’acquedotto dalla risorsa grezza. Dopo una prima scansione, attraverso un algoritmo matematico adeguato alle esigenze di ricerca, vengono individuate e corrette le informazioni ricavate che poi vengono utilizzate per affinare ulteriormente la ricerca con una seconda scansione satellitare.
La precisione di tale strumento consente di individuare la perdita occulta restringendo il campo di ricerca a 50 metri e consentendo quindi all’operatore in campo di intervenire con un’accuratezza ed una precisione ancora superiore a quella già importante consentita dalla distrettualizzazione.