Istituzionali
07 Maggio 2015

Su La Gabbia informazioni errate e fuorvianti

In merito al servizio mandato in onda nelle puntate del 12 aprile e del 6 maggio scorso della trasmissione La Gabbia sull’emittente La7, vogliamo esprimere il nostro rammarico per non aver avuto modo di esprimere la nostra posizione e contestare quanto affermato e che, tra l’altro, fa riferimento a dati errati e del tutto arbitrari.
Per punti proviamo a dare risposta a diversi temi toccati dal servizio in questione.
TARIFFE: premettiamo che non è il gestore che fissa le tariffe ma esse sono decise dal nostro controllore, l’Autorità Idrica Toscana, che nel farlo segue il metodo tariffario stabilito dall’autorità nazionale (Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico). Ciò detto, nei 46 Comuni della Toscana dove il Servizio Idrico Integrato è gestito da Publiacqua il consumo medio di una famiglia di tre persone è di circa 105 mc. per un costo totale medio di circa 250 euro. Il dato relativo al costo medio dell’acqua sostenuto dai cittadini serviti da Publiacqua è quindi ben diverso da quelli citati nel servizio. Da anni  contestiamo a Cittadinanzattiva l’utilizzo di consumi stimati assolutamente non rispondenti a quelli dei cittadini del nostro territorio, arbitrari e lontani dalla realtà.  Il consumo utilizzato nella ricerca risulta infatti abnorme e fa ricadere una parte dei consumi nelle fasce più alte di tariffazione, fissate dall’Autorità proprio per  “punire” gli sprechi.
Lo stesso confronto che Cittadinanzattiva effettua tra il costo medio nelle città, se di sicuro effetto mediatico, non tiene conto di quelle che sono le motivazioni che determinano il costo dell’acqua a metro cubo. Tra queste gli  investimenti effettuati (Publiacqua, dati Blue Book 2014, è tra le aziende che hanno investito ed investono di più nel servizio idrico a livello nazionale: 50 euro a persona servita contro una media nazionale di 27 euro e con un Piano di ulteriori investimenti per il 2014-2021 di 550 milioni di euro), le differenze orografiche e di strutture acquedottistiche gestite (costi ben diversi comporta servire 1,3 milioni di cittadini concentrati in un tessuto urbano omogeneo, Milano, o distribuiti su un territorio che ha numerose aree collinari, Publiacqua; costi ben diversi comporta servire questi stessi cittadini attraverso acqua di falda di buona qualità, Milano, o attingere, potabilizzare e distribuire acqua in gran parte proveniente da acque superficiali, Publiacqua).
CHIUSURE PER MOROSITÀ E REMUNERAZIONE DEL CAPITALE: Publiacqua prima di arrivare a chiudere un contatore mette in campo tutta una serie di misure per evitarlo. L’utente che risulta moroso viene per prima cosa contattato al numero fornito dall’intestatario dell’utenza ed allo stesso soggetto, che in caso di condominio può essere l’amministratore o il legale rappresentante,  viene poi inviato un sollecito attraverso raccomandata.  A tutto questo segue un altro contatto telefonico e, prima dell'invio del sollecito viene inviato un avviso automatico (sms o messaggio preregistrato) al telefono presente in banca dati. Per ridurre ulteriormente i casi in cui si arriva a chiusura, Publiacqua ha inoltre attivato anche un servizio di avviso pre-scadenza  della fattura (sempre attraverso un messaggio automatico). Precisata tale procedura e venendo a due delle situazioni particolari che sono state rappresentate nel servizio tv sottolineiamo che: 1) al signor Riccardo Capecchi era stata chiusa l’acqua perché aveva pagato solo parzialmente i suoi consumi. Della possibile chiusura il sig. Capecchi era stato avvisato per raccomandata (29 luglio 2014) e l’azienda aveva provato anche a contattarlo telefonicamente senza che il signore rispondesse mai a tali tentativi. La bolletta di cui il signore lamenta l’importo alto è tale perché contiene appunto i costi di chiusura ma anche di manomissione impianto, visto che il signore non è affatto rimasto senz’acqua per giorni ma si è autonomamente riaperto il contatore rompendo i sigilli, atto non consentito dal Regolamento del Servizio Idrico Integrato. Sempre a proposito del caso del sig. Capecchi facciamo notare come Publiacqua avesse interrotto ogni procedura di recupero crediti verso tutti quegli utenti che avevano dichiarato di essersi ridotta la bolletta della quota di remunerazione del capitale investito in essa contenuta e secondo quanto stabilito dal Referendum del 2011.  Tale motivazione non risulta più valida da quando la suddetta quota di remunerazione è stata eliminata dalle tariffe, e quindi dal 1 gennaio 2012 (come riconosciuto anche dalla Corte d’Appello del Tribunale di Firenze che ha archiviato nel 2014 la class action intrapresa da alcuni cittadini contro Publiacqua, e ribadito dal TAR della Lombardia che ha confermato come la quota remunerazione non sia presente nell’attuale tariffa), e visto che Publiacqua ha provveduto nel 2014 a restituire a tutti gli utenti tale quota parte (per un totale di circa 3,3 milioni di euro) per il periodo 21 luglio – 31 dicembre 2011, come stabilito dalle autorità competenti;  2) per quanto riguarda invece il cittadino che davanti alle vostre telecamere si era lamentato di una fattura di 2.037 euro vogliamo far notare che tale fattura non riguarda una singola utenza ma bensì un condominio composto da 5 unità abitative il cui contatore generale, nel semestre intercorso tra le due letture effettive effettuate dall’azienda, è passato da 5545 mc a 6207 mc. Per tale consumo, comunque anomalo, è stato comunque concordato con l’amministratore del condominio una piano rateale.