Istituzionali
05 Dicembre 2019

La Falda di Prato: presentato lo studio sulla risorsa più importante di Prato

Comune di Prato, Università di Firenze e Publiacqua hanno presentato questa mattina “La Falda di Prato – indagine e modellizzazione dell’acquifero”. 
A presentare il volume Matteo Biffoni, Sindaco del Comune di Prato, Claudio Lubello, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze e coautore del volume, Lorenzo Perra, Presidente di Publiacqua, Simone Barni, Vice Presidente di Publiacqua, Alessandro Mazzei, Direttore Generale dell’Autorità idrica Toscana. Presenti anche gli altri coautori del libro, Marco Doveri e Matia Menichini (IGG-CNR), Silvia Angelini (West Systems srl), Francesco Consumi, Giovanni Montini e Isabella Bonamini (Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale), Armando Miniati e Tania Macchi (Publiacqua), Barbara Ferri (Autorità Idrica Toscana). 
“La Falda di Prato” è il secondo volume di una di una collana che Publiacqua ha deciso di realizzare per informare gli Amministratori, i Consiglieri Comunali ed i principali stakeholder dei 45 comuni dove la società opera su quelle che sono le caratteristiche principali del servizio erogato. Quali sono le fonti di approvvigionamento, qual è la qualità delle acque alla loro origine, quali processi di trattamento sono necessari perché questa importante risorsa possa essere distribuita alla popolazione dal pubblico acquedotto. 
Una collana, quindi, ma soprattutto uno strumento di lavoro, di conoscenza e di trasparenza a disposizione di amministratori e cittadini. 

LO STUDIO
Lo studio sulla Falda di Prato è stato realizzato per iniziativa del Comune di Prato, dell’Autorità Idrica Toscana, l’Autorità di Distretto dell’Appennino Settentrionale, il CNR, l’Università di Firenze e di Publiacqua.  Il suo scopo è quello di “fotografare” lo stato idrico ed ambientale di questa risorsa che ha avuto un ruolo primario nella nascita e nello sviluppo della città di Prato e, successivamente, della sua industria tessile. L’evoluzione della Falda è infatti fortemente connessa alla storia economica del distretto industriale pratese. Negli anni del grande sviluppo industriale della città gli attingimenti, superiori alle capacità di ricarica, determinarono un forte e, in alcuni casi, preoccupante abbassamento dei suoi livelli. Accanto al depauperamento quantitativo, però, altro fenomeno da non sottovalutare, si manifestò, negli stessi anni a un impoverimento qualitativo connesso a un forte inquinamento, evidente anche negli anni successivi quando, a causa delle crisi tessile, il livello dell’acqua presente nella Falda è risalito. 

Il volume presentato oggi illustra lo stato attuale della Falda di Prato riportando i risultati di una ricerca voluta dalle Istituzioni locali per comprenderne il quadro evolutivo quali/quantitativo e, i punti di concentrazione di inquinanti e le zone di diffusione degli stessi. Un primo studio che necessita di ulteriori approfondimenti, di cui quello in atto studia i movimenti degli inquinanti nella falda, per poter giungere a uno strumento gestionale per ottimizzare eventuali interventi di bonifica si rendessero necessari e proteggere le fonti di acqua grezza per fini idropotabili, ricordando comunque che la qualità dell’acqua immessa in rete è già garantita da una filiera di potabilizzazione in grado di abbattere la presenza degli stessi inquinanti e da una gestione dei prelievi che ha, nel tempo, portato alla chiusura dei pozzi che risultavano maggiormente inquinati per concentrare il prelievo nelle aree dove le acque grezze presentavano minori criticità.